committente Comune di Venezia
stazione appaltante Edilvenezia spa
importo di gara 2.757.816,25 di cui 1523.743,14 (lotto 1), 550.962,33 (lotto 2 stralcio 1), 1.683.110,77 (lotto 2 stralcio 2)
inizio-fine lavori gennaio1997 – maggio 1999 (lotto 1), aprile 1999 – febbraio 2000 (lotto 2 stralcio 1), luglio 2000 – novembre 2002 (lotto 2 stralcio 2)
responsabile intervento geom. Claudio Michieletto
direttore tecnico ing. Flavio Bellin e ing. Luigi Zeno
progetto architettonico e strutturale arch. R. Moscardi
direttore dei lavori arch. R. Moscardi
impresa esecutrice Ing. E. Pasqualucci srl
lavori di risanamento strutturale (lotto 1) e realizzazione di 17 alloggi (lotto 2)

Il complesso delle Carampane si colloca in uno stretto lotto delimitato dall’omonima calle e da rio San Cassiano; costruito in aderenza ai fabbricati limitrofi, si compone di due corpi di fabbrica di origine tardo-gotica di quattro piani, disposti attorno a una corte interna. Nonostante le opere di rimaneggiamento, spesso non coerenti, subite nel corso dei secoli e soprattutto nel tardo Ottocento, lo schema distributivo originario con androne passante (di accesso ai locali laterali) e scala posta asimmetricamente era ancora leggibile prima dell’intervento di restauro.
L’edificio si trovava in gravi condizioni di degrado, sia per lo stato di conservazione delle finiture interne ed esterne, sia per la situazione di dissesto strutturale. Le colonne della corte mostravano un appoggio appena sufficiente, con vistosi fenomeni di cedimento nella colonna a nord, dato il notevole aggetto del sovrastante ballatoio, e la presenza di cunicoli fognari ne aggravava ulteriormente lo stato, dilavando lo strato sabbioso sottostante. Le strutture verticali in mattoni, eterogenee e spesso sottodimensionate, esibivano notevoli lesioni dovute all’assestamento delle fondazioni e alla scarsa ammorsatura tra i setti; inoltre i paramenti murari sulla corte e sul rio risultavano indeboliti dall’ampia finestratura gotica e rinascimentale. Le travi in legno del solaio, marcite nelle teste, erano quasi sempre parzialmente incastrate nella muratura a causa dello sbrecciamento della stessa; le pavimentazioni, stratificate in epoca recente, costituivano un notevole carico dato il cospicuo spessore del sottofondo. La copertura presentava infine crolli e cedimenti, con appoggi incoerenti dovuti ai riassetti occasionali e alle sopraelevazioni. L’abbandono a cui l’intero complesso era stato soggetto per alcuni anni aveva portato a un aggravamento dello stato di conservazione.
Per tale motivo il progetto di restauro originario (del 1984) è stato rivisto in relazione non solo alla precaria situazione strutturale ma anche alle mutate esigenze abitative e alle nuove normative, suddividendo l’intervento in due lotti: il primo realizza le opere provvisionali di consolidamento e il restauro statico, il secondo rielabora la distribuzione tipologica degli appartamenti per soddisfare una domanda più flessibile ed eterogenea. La conferma della destinazione d’uso, la contiguità ad altri edifici e la presenza di un terreno sufficientemente stabile hanno indotto a consolidare le murature di fondazione esistenti, prive di palificazioni, mediante la realizzazione di travi in cemento armato, analogamente alle opere già realizzate negli anni settanta nella parte nord del fabbricato, lungo rio San Cassiano. Plinti in cemento armato sono introdotti a sostenere le colonne in marmo della corte, mentre il nuovo vano ascensore, a struttura scatolare, poggia su una platea. Con l’esecuzione delle opere di consolidamento, e quindi degli scavi, sono state realizzate anche le fosse biologiche, opportunamente dimensionate. Interventi di ricucitura delle murature di sostegno dei fabbricati sono state eseguiti mediante il sistema di scuci-cuci, valutando in casi specifici l’utilizzo di ulteriori sostegni. I solai sono stati invece completamente sostituiti con un’orditura di travi in legno che sostiene il tavolato, i getti di calcestruzzo (armato e isolato acusticamente e termicamente), il massetto e il pavimento in terrazzo alla veneziana. Telai in acciaio, poggianti sui muri perimetrali e di spina, sostengono gli aggetti dei ballatoi. Coperture a capriata semplice, adeguatamente impermeabilizzate e isolate, hanno sostituito il precedente sistema incoerente di elementi, recuperati ove possibile per realizzare la nuova struttura.
Il progetto di restauro ha comportato infine il miglioramento dell’utilizzo abitativo del complesso, fortemente condizionato dalle possibilità distributive e dalla carenza di pareti finestrate, eliminando le incongruenze riscontrabili nell’organizzazione tipologica. Aumentando la dotazione di spazi anche rispetto al precedente progetto, sono stati realizzati magazzini al piano terra e 17 alloggi ai piani superiori, dei quali 9 con una camera, 7 con due camere e 1 con tre camere. La necessità di attrezzare ogni appartamento con adeguati servizi igienici ha comportato la demolizione di alcune pareti divisorie, risultato dei sommari e irrazionali frazionamenti effettuati in precedenza. L’accessibilità al complesso è stata migliorata con la riapertura dell’ingresso da calle dei Muti.
Non ultimo, il programma ha portato al ripristino delle facciate verso il rio, di notevole valenza architettonica, e sulla corte, forse l’ambito più interessante e pregevole dell’intero complesso.

i numeri
17 alloggi